L’istinto del Naturalista

biacco

 

Un episodio di forse poco conto, capitato ieri verso l’ora di pranzo, che mi ha fatto in qualche modo riflettere su quello che è il mio rapporto con la natura e gli animali…
Dopo una lunga e faticosa mattinata passata, come ogni domenica, a giocare a softair per i boschi dell’Astigiano (un buon modo, a mio avviso, di passare qualche ora all’aria aperta, fare esercizio e scaricare lo stress), sono tornato, stanco e dolorante per le corse e i pallini ricevuti un po’ ovunque, a casa, con l’unico desiderio di farmi una doccia e sonnecchiare un paio d’ore per riprendermi dalla nottata quasi insonne e dalla fatica della giornata.
Lascio quindi la macchina in garage, e, zaino in spalla, fucile in una mano, giacca e corpetto nell’altra, scarponi tenuti per i lacci penzolanti e striscianti per terra, sono entrato finalmente in casa.
“Finito di spararvi?” mi ha chiesto mio papà, seduto davanti al computer della sala.
“già.”.
“C’è un serpente in fondo al pozzo, penso sia intrappolato, magari poi più tardi o domani vai a vedere, sembra grosso.”
“Ma magari anche subito.” ho risposto seccamente.
“Prima va a mangiare però”
“Ma no, poso la roba e andiamo a tirarlo fuori subito, quanto è profondo il pozzo?”
“6 metri”
“Ok andiamo subito”
Non contemplavo il fatto che quella povera bestia fosse caduta là dentro già da qualche giorno, e che pur sapendolo, nessuno avesse fatto qualcosa per tirarlo fuori e rimetterlo in libertà. Assurdo, fosse stato un cane, ci sarebbero state almeno 2 troupe televisive.
La nonna terrorizzata: “oooooh ma no, là sta bene, nell’acqua, nooooo”
“Si nonna, perchè nel pozzo è pieno di luce e di cibo vero?”
“ma glielo porto io da mangiare…non tirarlo di nuovo fuori…”
Le sue parole non mi sono nemmeno entrate nelle orecchie. So che se mai dovessi iniziare una discussione del genere, diventerei cattivo.
Approntata un’ancora di salvataggio legando un rastrello a 5 metri di corda, sono quindi andato con mio papà a portare in salvo quel biacco rintronato che cercava disperatamente di uscir fuori dal pozzo.
Nessun intoppo con la nostra ancora rastrellosa, il biacco si è fatto sollevare senza problemi fino in superficie e lo abbiamo lasciato sulla riva del torrente qualche metro più in là, al sicuro.
Un mostro terrificante, che vomitava fuoco e zolfo dalla sua ENORME testa irta di zanne velenose, sono vivo per miracolo. o.O (Non capirò MAI, e mi farà SEMPRE schifo, tutta la superstizione che circonda i serpenti).
Tornato a casa mi sono cambiato, docciato e ho dormito le mie due ore.
E non ho neanche mangiato, perchè c’erano cose più importanti da fare, e la stanchezza era tornata a farsi sentire.
Credo che la maggior parte delle persone, alla frase “c’è un serpente nel pozzo”, avrebbe risposto con un “e sticazzi?” (o con un “che schifo, chissenefrega”) e sarebbe andato a mangiare senza più pensarci.
Mi piacciono i Naturalisti, perchè anche di fronte a un solo biacco finito in un pozzo a 6 metri sotto terra, dimenticano di pranzare per andare a salvarlo e rimetterlo in libertà.
Mi piacciono i Naturalisti perchè spero di mantenere questo mio modo di essere e di fare, e di diventare degno di quel nome.
Mi piacciono i Naturalisti perchè sono strani, ma sono strani in senso figo.
Mi piacciono i Naturalisti perchè sono delle persone meglio. (cit.)

Rapida presentazione di un passatempo ventennale (Lumen et Umbra)

logoleu

Torno su queste pagine di nuovo dopo una lunga pausa di “riflessione” (aka non ho avuto tempo e voglia di mettermi lì a scrivere le mie solite boiate semiserie), giusto per fare un po’ di pubblicità.
“Oh cheppalle chissenefrega” diranno i pochi lettori di queste righe.
Beh, stica…voli e io scrivo lo stesso :-).
Volevo tirare giù giusto due righe due su quello che è stato per me un bellissimo passatempo e motivo di svago, e non solo, degli ultimi anni. Degli ultimi 12 anni, mese più, mese meno.
Si chiama Lumen et Umbra, ma penso che nessuno lo chiami più così: LeU è ormai il suo vero nome, ed è quello che in termini tecnici viene chiamato un Multi User Dungeon.
Siccome in queste settimane si sta cercando di attuare un recupero decisivo delle utenze e dei giocatori, dando una seria spolverata al codice e alle meccaniche di gioco, ingrandendo e sviluppando l’intero mondo muddico, mi sembrava giusto pubblicizzare in maniera poco seria ovunque potessi.
Innanzitutto, che diavolo è un MultiUserDungeon, insomma, un mud? Un mud è questo (chiedo scusa per la bassa qualità delle immagini ma in realtà ho fatto tutto di fretta e senza pensarci troppo):

alma

Insomma, un mondo virtuale dalle infinite possibili ambientazioni (nello specifico è partito tutto come un mix di Impero Romano + Fantasy, quasi vent’anni fa, ora si è notevolmente evoluto), completamente testuale (dire “senza grafica” è riduttivo, a mio avviso.), all’interno del quale i vari personaggi dei giocatori possono raggrupparsi, esplorare, viaggiare, combattere, fare quasi ogni cosa.
Probabilmente questa cosa del “solo testo” avrà fatto storcere il naso a tante persone (e io, all’inizio, ero una di queste), non è possibile immedesimarsi nel personaggio, nel gioco, nell’ambiente, senza leggerne le descrizioni, senza “indagare” fra le righe che il mud ci restituisce, e che compongono tutto il creato del mondo di LeU.
Mondo, tralaltro, che ha una sua storia, fatta di Dei, avventure, guerre e alleanze tra le associazioni dei giocatori, Gilde e Clan, che si contendono (ammetto che ora la competizione in questo senso è un po’ calata, fisiologicamente) ogni giorno le diverse “quest” presenti sul gioco, avventure automatiche più o meno lunghe che possono premiare i partecipanti con equipaggiamenti sempre più utili nelle battaglie e nelle esplorazioni.
E’ anche possibile ripercorrere la storia del mondo cercando tra i diversi volumi presenti nella biblioteca della capitale, Alma, o nelle diverse pagine delle Gilde sul web, negli archivi delle mailing list e dei forum.
Sono state poi diverse, in passato, le occasioni per ritrovi, cene e raduni dei vari giocatori al di fuori del gioco, dalle cene in occasione del “Lucca Comics”, al “GiubiLeU” di Roma, e ad altri ritrovi più o meno seri (ma quasi sempre c’è del cibo di mezzo).
Insomma, un “gioco” che o ti piace o non ti piace, per il quale serve una grande dose di pazienza, una bella scorta di tempo e, ovviamente tanta fantasia.
Venendo più nello specifico delle meccaniche di gioco, il mondo è organizzato in “zone/aree”, a loro volta suddivise in diverse “stanze”, che compongono la vera ambientazione. Ad una analisi superficiale fatta in questo momento, risultano in totale 9465 stanze diverse.
Una “stanza” è esattamente quello che è stato riportato nella foto poco sopra, non deve essere una “stanza” nel vero senso della parola, ma può rappresentare una piazza, una via, un angolo di strada, lo studio di una villa o anche semplicemente una fossa per terra, all’interno della quale possono trovarsi oggetti, personaggi giocanti e non giocanti (i mob), passaggi segreti, serrature nascoste e altro ancora.
Ci si può spostare tra le stanze attraverso sei diversi comandi, corrispondenti ai quattro punti cardinali (N,S,W,E) e alle direzioni sopra e sotto (Up,Down).
Tutto il mud è completamente in
Italiano, le ultime aree originali in lingua Inglese sono state tradotte negli ultimi anni, rimangono in Inglese tutti i comandi per interagire con il gioco e la visualizzazione dei combattimenti, cosa che potrà sembrare difficile, per qualcuno, ma che, a mio avviso, rende le cose molto meno complicate di come sarebbero se venissero anch’esse tradotte in Italiano. (E poi è pur sempre una sorta di utile esercizio linguistico).

Girando per le varie “stanze” quindi, è possibile esplorare le città, i boschi, montagne e deserti, incontrare altri giocatori e interagire con loro, parlare e formare gruppi, scontrarsi con creature di ogni sorta, ricevere favori dagli Dei (Gli Immortali, personaggi di livello superiore che “vigilano” e gestiscono il gioco) e molto altro.

wholeu

Forse qualcuno potrà dire che si tratti di un sistema di gioco “datato”, ormai del tutto soppiantato dai moderni mmorpg (qualche anno fa, quando uscì per la prima volta World Of Warcraft, qualcuno disse “Non c’è niente da fare, WoW è LeU con la grafica”, secondo me minimizzando del tutto quelli che sono invece le migliori caratteristiche di un gioco testuale, prima fra tutti la possibilità di creare ed immaginare senza troppi input esterni, quello che viene rappresentato). Molto superficialmente si può dire che la differenza tra il mud e qualsiasi altro gioco “grafico” è la stessa differenza che esiste tra il leggere un libro e vedere un film. Molto superficialmente.
La creazione del personaggio è, comunque, simile ai diversi giochi di ruolo a sfondo fantasy che si trovano in circolazione: scelta di un nome, della razza, della classe (il “mestiere” del personaggio: guerriero, mago etc.), distribuzione di un tot di punti tra le
caratteristiche del personaggio (forza, agilità, intelligenza…).

nahaz

Creato il personaggio, dati alcuni comandi “optional” utilissimi per tenere sotto controllo tutto quello che si vede (l’abilitazione dei colori nelle descrizioni, un “prompt”; ovvero una riga che viene ripetuta ad ogni azione, contenente informazioni quali punti-vita, punti-mana ed altro, la visualizzazione automatica delle uscite delle stanze), ci si trova catapultati in mezzo alla vita di LeU, al livello 1.
Guadagnando esperienza nei combattimenti è poi possibile salire di livello, imparare nuove tecniche e “skills”, e avventurarsi assieme ad altri giocatori, in posti sempre più pericolosi ma sempre più ricchi di tesori e oggetti di valore.
Penso di aver scritto abbastanza, non so con che grado di criticità, ma penso di avere dato più o meno un’idea di quello che è LeU.
Certamente un buon passatempo se preso con le giuste dosi :-).
Questa è, per ora l’unica pagina “ufficiale” del gioco, in attesa che il sito e il forum vengano finalmente ripristinati (credo, e spero, a giorni), giusto per qualche informazione in più:
http://it.lumenetumbra.wikia.com/wiki/Lumen_et_Umbra_Wiki

Detto e scritto tutto questo, torno nel mio sarcofago ad aspettare un’ispirazione per qualche nuovo post più ispirato.

Books…

libri

I libri belli sono quelli che, al termine, ti fanno dire: “Mi è piaciuto”.

I libri bellissimi ti fanno pensare: “No! Già finito?” con un tocco di malinconia.

Ma i libri migliori sono quelli che, una volta finiti, ti fanno desiderare di non averli mai aperti, per poterli leggere di nuovo dal principio, senza sapere già come andranno a finire.

Incontri a caso di gente a caso in un mondo a caso

snob11

Succede talvolta di fare incontri bizzarri, grotteschi, gente giusta al posto sbagliato, gente sbagliata al posto giusto, per fare un po’ il filosofo direi “gente sbagliata al posto sbagliato”, ma sono convinto che sarebbe corretto dire “gente giusta al posto giusto al momento giusto”.
Si perchè DEVE accadere tutta una serie di casuali eventi, per far apprezzare al meglio questi rapidi scambi di battute con certi individui: bisogna senza dubbio incontrarli, serve l’umore giusto (o sbagliato), è necessario il giusto tempo da prendersi per gustarsi appieno tutte le sfumature che l’aura di queste persone ha da offrire al mondo e all’intelletto di chi ha la sfortuna di incontrarle.
Penso poi di essere una persona particolarmente fortunata, sfortunata, o più probabilmente vittima di un malocchio astrale di qualche tipo, per cui tendo ad avvicinarmi (in modo inconsapevole, sia chiaro) a persone di cui si può benissimo fare a meno.
Il buon Michele dice: “dovremmo spedirli tutti in un’ isola, in modo che non facciano più danni stando nella civiltà”. Nonostante questa affermazione mi trovi fondamentalmente d’accordo, devo tuttavia asserire che forse incontrare alcuni di questi individui, possa farci soffermare nel pensare che in fondo, nonostante possiamo sentirci abbattuti, non ci piacciamo e altre paranoie teenageariane (si potrà dire?) simili, c’è sicuramente chi sta messo peggio.
Potrei scrivere per giorni, elencando tutte le tipologie di persone “meritevoli” di rientrare nella categoria di “gente più fastidiosa”, a partire dai politici, gerarchie ecclesiastiche, personaggi televisivi e non, ma basta aprire una qualsiasi pagina di un qualsiasi giornale per rendersene subito conto. E’ molto più educativo, invece, descrivere gli incontri con persone molto più a portata di mano, persone che sai che prima o poi ti capiterà di incontrare, persone che prima o poi SPERI di incontrare, per le quali ti sei già preparato un sacco di discorsi allo specchio (Ehi, stai parlando con me?).

Non menzionerò i folcloristici guidatori astigiani, di cui ho già parlato tempo fa, e sui quali potrei scrivere un libro…
Posso iniziare con la simpatica signora di oggi pomeriggio, una 50ina d’anni passati per al maggior parte probabilmente a cercare di dimostrarne di meno, lampadata, capelli neri lunghi e piastrati, trucco più che abbondante, pellicciona nera coordinata con il grazioso cappellino anch’esso di pelliccia e con due piumette sfilacciate che gli svettavano sopra, gonna e stivali neri. La signora in questione era affaccendata nelle compere tra gli scaffali dell’Esselunga, nel corridoio dell’ingresso, già stretto di per se stesso, con casse e esposizioni anche nel mezzo, perciò diviso in due “corsie”. Una di queste “corsie” era già occupata dal carrello di un dipendente Esselunga, che stava sistemando pacchi di frutta sugli scaffali, l’altra, quella “libera” era occupata dal carrello della suddetta signora, completamente in mezzo. Non mi piace mettere mano alla roba degli altri, quindi ho chiesto, gentilmente “permesso?”. La signora, con molta calma, mi ha dato una prima occhiata, poi, con tono altezzoso e decisamente scocciato: “Un attimo! Non vede che sto prendendo delle cose dallo scaffale???”, senza minimamente curarsi di spostare di lato il carrello con una mano per facilitare il passaggio mio e degli altri. Ho ovviamente provveduto io a smuoverlo, provocando le ire della signora (completamente ignorate e alle quali ho risposto semplicemente “non si affanni, continui a cercare la sua roba sullo scaffale”).

I miei “preferiti” (e penso anche di altri) sono i religiosi.
Non ho detto subito “Testimoni di Geova” perchè sembrerei prevenuto su queste persone, ma per fortuna (o purtroppo) sono gli unici in cui mi sia mai imbattuto, e anzi mi stanno anche più simpatici di esponenti di altre religioni o sette ben più radicate nel mondo. Se si esclude un secco “dovreste ficcarvelo nel” a un inopportuno e oltremodo volgare e intollerante (a domanda volgare, risposta volgare)militante della Lega che mi aveva fermato qualche anno fa, a proposito dei crocefissi nelle scuole, in una giornata particolarmente no per me, gli unici “religiosi” (il leghista non era religioso, ad ogni modo, era solo un cretino) con cui ho avuto a che fare sono appunto, i Testimoni di Geova.
Tanti gli incontri, tante le risposte, da quella volta in cui, dopo aver risposto al citofono con “scendo subito”, mi sono presentato con il fucile in mano (aria compressa, scarico, stavo sparando in giardino contro un materasso e, in realtà, non avevo neanche pensato di posarlo) con un solare “buongiorno ditemi” con tanto di sorriso malefico stampato in faccia, alla volta in cui alla domanda “Dove vanno i morti?” risposi “se tornate indietro e fate 500 metri c’è il cimitero, chiedetelo al custode“, o ancora a quella in cui appena sentito il mio “Mi spiace ma sono ateo” le due candide signore risposero “ma almeno ci crede nel “padre nostro”?”.
A questi vanno aggiunti innumerevoli altri discorsi fatti di supercazzole e fraintendimenti forzati. Hanno smesso di suonare al nostro citofono.
Non ho particolari pregiudizi sui Testimoi di Geova, sono ateo e penso che chiunque sia libero di credere a quello che più gli aggrada: Babbo Natale, Sauron, Il Flying Spaghetti Monster, L’invisibile Unicorno Rosa, Dio, La Fata Turchina…quello che non sopporto è la supponenza e l’arroganza di certi esponenti di certe religioni, pronti a entrare in qualsiasi ambito della vita delle persone, a dettar leggi e a dirci di aver paura di quello che loro vogliono che abbiamo paura. Sentirmi dire da un pagliaccio in gonnella che ha scelto una vita di castità, come vivere la mia vita sessuale è come andare a lezioni di pianoforte da un granchio paralizzato al cervello. E mi fermo qua perchè potrei diventare davvero cattivo.
Ma forse la scena migliore è stata quando, per strada e in attesa di incontrarmi con la di allora fidanzata, le solite candide signore mi si avvicinano dicendomi “Buongiorno, possiamo lasciarle questi fogli? Se segue i nostri consigli e quello che è scritto, può essere felice”. “Ma io sono già felice” fu la mia risposta. Mi sarei aspettato un “Ah bene arrivederci allora”, mentre le due candide signore, indispettite, risposero “Ma come è possibile, tutti dicono che c’è la crisi, che le cose vanno male…” al che, di fretta, io: “Mi sa che i vostri fogli non servono a un granchè allora! Buona giornata!”.

I ragazzi delle comunità, o chi si spaccia per essi…
“ho fretta” è la risposta migliore, ma quando riescono ad arrivare a stringerti la mano è la fine, ti stanno addosso peggio di una fidanzata gelosa, una patella salaticcia appiccicata saldamente al suo scoglio.
“sono Paolo, hai qualcosa contro quelli che stanno in comunità?”
“ciao Paolo, vaffanculo, è la ventesima volta che mi fermi e ti ho già risposto diciannove volte che i miei soldi non te li do, non rinuncio a un caffè, non voglio vedere i tuoi disegni, guardami molto attentamente in faccia perchè se per sbaglio me lo chiedi un’altra volta nessuno riuscirà più a ricordare la tua.” Questo è quello che mi passa in mente ogniqualvolta il buon Paolo riesce ad intercettarmi fuori dalla stazione. Naturalmente ho ancora un pizzico di buon senso e devo limitarmi a rispondere “si, ho qualcosa contro di loro”, cercando di divincolarmi dalla sua stretta. “perchè?”…
“ho qualcosa contro di te. Perchè mi chiedi ancora il perchè quando ti ho dato una risposta. Non è colpa mia se sei finito in comunità, mi fa piacere che cerchi di chiudere un capitolo buio della tua vita, ma non vedo come questo possa avere a che fare con me. Avrei potuto pensarci se oggi come le altre volte non saresti stato così insistente, mi hai detto che avrei potuto rinunciare ai soldi di un caffè per darli a te. Hai perso 10 minuti a cercare di convincermi a darti 1 euro. Se al mio primo “no” avessi capito subito, a quest’ora avresti chiesto ad altre dieci persone, e forse qualcosa avresti anche guadagnato”
E’ poi stimolante per la mente quando, rispondendo con un “no” secco , ti chiedono “giornataccia? hai litigato con la ragazza?”. Ci si può sbizzarrire in tante di quelle risposte…”sono gay” “sto andando a suicidarmi” “mi hanno licenziato” “è morto il gatto”. La migliore che sono riuscito a dare è stata “no, con mio fratello” “ah! avete litigato di brutto eh?” “no, l’ho ammazzato, sto andando in questura a confessare”.

L’ultima persona di cui vorrei ancora parlare è la vecchiaccia del cimitero.
La odio con tutto il mio cuore, questa donna è al di là di ogni personificazione della vecchina simpatica e solare, è un orribile mostro occhialuto e ciccione, che probabilmente vive sulla panchina della fermata del bus davanti al cimitero di Asti.
In realtà le uniche cose che probabilmente sa dire sono: “sei davanti al cimitero devi farti il segno della croce!” o “porta rispetto ai morti, non si ascolta la musica/non si corre qui davanti!”
Non c’è molto da dire in realtà su di lei, cosa si potrebbe rispondere a una così? La cosa triste è che se appunto non le si risponde, la frase seguente è sempre “brutto maleducato porta rispetto!” (ricorda un po’ il Cartmaniano “rispetta la mia cazzo di autorità!”, ma senza tutto il carisma di Eric Cartman), percui la mia risposta è di solito una variante di “sono davanti al cimitero e lei dovrebbe farsi i fatti propri”, più o meno volgare a seconda del mio umore…

Incontrare queste persone potrà non risolvere la giornata (e anzi, potrebbe solo far aumentare il nervoso), ma come dicevo prima, se mi dovesse capitare in un momento particolarmente no, mi rallegrerebbe constatare un’altra volta, che io non sono poi così male.

Babbajno goes to Cinema (personalissima classifica dei migliori film)

proiezionista

Torno dopo qualche giorno di assenza, diversi sono i motivi che mi hanno lasciato lontano dalle mie pagine e forse un giorno riuscirò a scrivere due righe anche su tutto ciò.
Ispiratissimo da una conversazione in serata, vorrei metter giù una mini classifica dei migliori film per categoria che abbia potuto vedere. Roba inutile probabilmente, ma fa niente 🙂
In realtà non si tratta neanche di “classifiche” vere e proprie…diciamo più una lista assolutamente a casaccio dei film che mi vengono in mente (e quindi i migliori che possa ricordare 🙂 ).

COMMEDIE
1)Un pesce di nome Wanda
2)Brian di Nazareth
3)Il grande Lebowski
4)Chi ha incastrato Roger Rabbit?
5)Frankenstein Junior
6)Amici miei (non penso sia proprio una “commedia” ma ci stava bene)
7)Non ci resta che piangere
8)Giù al Nord
9)Scoop
10)In&Out
11)The Blues brothers
12)Full Monty

DRAMMATICI
1)Qualcuno volò sul nido del cuculo
2)Shutter Island
3)Schindler’s list
4)Il miglio verde
5)Le ali della libertà
6)Stand by me
7)La leggenda del pianista sull’oceano
8)7 Anime
9)Gran Torino
10)The Truman Show
11)Forrest Gump

FANTASY/FANTASCIENZA
1)Il signore degli anelli (trilogia)
2)Star Wars (TRIlogia)
3)Jurassic Park
4)Alien (saga)
5)Avatar
6)La storia fantastica
7)La storia Infinita
8)Pirati dei Caraibi (saga)
9)The Matrix
10)Terminator (saga)
11)Predator
12)Cloud Atlas
13)2001:Odissea nello spazio

ANIMAZIONE
1)La spada nella roccia
2)Il Re leone
3)La collina dei conigli
4)Up
5)La Gabbianella e il Gatto
6)Fantasia
7)Megamind
8)Cattivissimo me
9)L’era glaciale 3
10)Piovono polpette

AZIONE-THRILLER-SIMILI 😛
1)I soliti sospetti
2)Salvate il soldato Ryan
3)007 Casino Royale
4)007 Skyfall
5)Il Cavaliere Oscuro
6)Batman Begins
7)Gli Uccelli
8)La “trilogia del Dollaro” di Sergio Leone
9)Il Padrino (Trilogia)
10)Bastardi senza gloria
11)Kill Bill
12)Pulp fiction
13)Inception
14)Indiana Jones (saga)
15)Apocalypse now
16)Full Metal Jacket
17)Shining
18)The Others
19)L’esorcista

Per ora mi saltano in mente “solo” questi, ma sicuramente me ne sarò svaniti una ventina, aggiornerò il tutto non appena mi verranno in mente gli altri 🙂

I mali del mondo (non è poi così tanto male) – male numero uno

evil

Comincio oggi con questo post, a elencare quelli che, secondo me, sono i peggiori mali del mondo. Vorrei lasciar a siti e testate giornalistiche ben più importanti, tutte le guerre, la fame, le carestie, le balene sterminate e la classe politica, per concentrarmi su quelle che sono le disgrazie più vicine a noi del popolo.

Inizio con una citazione del mio professore di Filosofia del Liceo, quando disse:

Il male assoluto è la birra calda

V.D.P.

A questo aggiungo del mio:

Il male è rovesciare un sacchetto di pistacchi da 400gr aperto sulle scale

L.B.

Opinione a caldo sul film “Vita di Pi”

tigre

Non è mia intenzione scrivere una recensione completa ed esauriente dell’ultimo film di Ang Lee, in tutta sincerità credo di non esserne in grado, forse mi manca quel tocco di criticità in più (e, come a molti, anche a me non piacciono troppo i critici), e forse anche un poco di esperienza cinematografica in sè.
Posso comunque sempre dare la mia personale opinione su questo film, visto ieri sera come al solito, al Cinelandia astigiano.

Ammetto di non avere letto (non ancora, almeno) l’omonimo romanzo di Yann Martel, dal quale è stato tratto il film, non sono quindi a conoscenza delle differenze della trama e della storia. Ho invece letto qualche tempo fa il racconto “Storia di Arthur Gordon Pym“, di E.A.Poe, nel quale fa la sua comparsa il primo Richard Parker letterario, seguito poi in età Vittoriana, da ahimè altri Richard Parker, questa volta reali, accomunati dal fatto di essere stati coinvolti in diversi naufragi, e di non esserne sopravvissuti.

Dal punto di vista prettamente tecnico (pur non essendo un tecnico) posso dire che la fotografia e gli effetti visivi sono molto ben curati, pur non avendo visto la versione 3D, salta subito all’occhio come molte scene (in particolare le tempeste in oceano, le inquadrature con la tigre, la scena della balena e quelle sull’isola) siano state pensate per questa tecnologia, sentendo pareri di chi ha invece visto la versione 3D, è curioso constatare che molti ne abbiano elogiato le caratteristiche (normalmente, almeno per quanto capita di sentire a me, il 3D non sta riscuotendo un gran successo). Il film, sebbene presenti anche scene non particolarmente allegre, fa mostra per tutta la sua durata, di colori molto accesi e saturi (specialmente nella prima parte), il che sembra conferirne un aspetto più “leggero” e fiabesco, mi viene da pensare a un cartoon Disney con attori (in realtà con UN attore, per quasi tutta la durata del film) veri.

Non penso stia a me riassumere l’intera trama del film, anche perché ritengo che prima di leggerne un riassunto, anche di una minima parte, sia necessario per ognuno, guardarlo almeno una volta, ma come ho scritto qualche riga più in su, mi piacerebbe dare un parere personale a “caldo”, prima di poter rivedere il film una seconda volta o più.
Forse qualcuno si sarebbe aspettato un film molto più “introspettivo”, un film per il quale sarebbe stato più facile impersonarsi e farsi trasportare dalle vicende, un film per il quale sui titoli di coda, ci si sarebbe dovuti asciugare più di una lacrima. Forse è “colpa” della poca probabilità degli eventi (che fanno si, solo da pretesto per la storia, molto più profonda, del protagonista), della marcata oniricità (ma si dice “oniricità”? :P) di molte scene, molto spettacolari, ma allo stesso tempo evanescenti, intangibili, irrazionali.
Non penso, comunque, che il film debba spiegare la vita di tutti noi, piuttosto riuscire a farci riflettere, anche solo per un poco, su quella che è la poesia della nostra Natura, dagli aspetti più “buoni” (non leggeri, buoni) :la scelta del nome del ragazzo, l’amore, il rapporto con amici e famigliari a quelli meno buoni : la situazione economica in crisi, il naufragio, il rapporto di tensione con i compagni della disavventura (sia nella “prima” versione che nella “seconda”) che porterà a risvolti drammatici. Penso che il film presenti quindi il pretesto per mostrare e fare riscoprire la vera essenza della Natura Umana, senza per questo andare a scavare nella storia personale di ogni spettatore, e “sacrificando” il giovane Pi come esempio per tutti.
Si fa spesso riferimento a “Dio”, o meglio agli “Dei”, vista la storia del protagonista, come se l’intero film potesse raccontare di una lunga ricerca spirituale, metaforizzata nel naufragio. Sarà per tutte le mie convinzioni personali, ma non mi è sembrato (ammetto però di essermi quantomeno sforzato di entrare nell’ottica più “spirituale” del film) che questa aspettativa sia stata mantenuta. Se non nei primi momenti della “pellicola” *sigh*, i riferimenti alla divinità sono inseriti sporadicamente, e, a mio avviso, con riferimenti piuttosto insipidi, rispetto a quello a cui sarebbero dovuti servire.
Questo non vuol dire che il film perda il suo valore, anzi. Sono convinto che siano presenti diverse chiavi di lettura della vicenda, che possano essere seguite sin dall’inizio (o almeno, dalla partenza della nave) e non necessariamente solo dopo gli ultimi 10 minuti di film, cercando di andare a ritroso per dire “è proprio così”.
Ho preso questo film come una grande fiaba (la trama non è complicata, e gli elementi ci sono tutti, per poterla facilmente trasformare in una favola adatta ai più piccoli), un’allegoria, una metafora sul rapporto con la Natura, sia intesa come Natura in generale, sia intesa come Natura in senso più intimo, la Natura animale, la Natura nelle sue forme di Vita e Morte (ma in fondo i naturalisti vedono Natura in ogni cosa), soprattutto la Natura Umana, curiosa e violenta allo stesso tempo (la “seconda versione” della storia spiega, in parte, questo aspetto), quella Natura, soprattutto, che ci fa star male e riflettere troppo a lungo, più per un “addio” preparato ma mai detto, che per la sofferenza fisica passata nel corso della nostra vita.