Quanto amo il mondo (ciò che non sopporto)

Un post che non poteva mancare, un must sul quale prima o poi tutti dovranno passare…
E’ strano che uno come me, che è spesso visto come un tizio strambo, saccente e scorbutico, non avesse ancora pubblicato qualcosa di simile, è così scontato, banale…
Per questo non mi ero ancora avvicinato all’argomento.
O meglio, molte cose trasparivano già dalle precedenti pubblicazioni, ma questo vorrebbe essere più un compendio completo di…
… ciò che non sopporto.
“Tutto” penseranno le persone che mi conoscono. Ah! Stolti!
Probabilmente comunque, quel “tutto” non si discosterebbe molto dalla realtà, ma è piuttosto riduttivo, ed è quasi un ossimoro affermare che “tutto” sia riduttivo.
Il Tutto è fatto da tante, tantissime cose, piccole, grandi…ognuna a sè stante, ognuna rinchiusa nella propria bolla di sapone, ed è proprio quando queste troppe bolle si scontrano, scoppiano, che il Tutto ci entra negli occhi, ci infastidisce, ci offusca la vista e ci fa bruciare gli occhi.
Quindi si, mi infastidisce pressochè Tutto, ma non sempre, e non sempre allo stesso modo.
E quale modo più scontato e banale per esternare ciò, se non con una bella lista alla mercè del mondo? Come farmi sfuggire una simile opportunità!
E’ probabile che dimenticherò qualcosa, poco male, avrò comunque l’opportunità di farmi venire il nervoso nei prossimi giorni anche per ciò che avrò tralasciato.
Non sopporto gli ipocriti, i bugiardi, quelli convinti di stare un gradino sopra tutti gli altri, in qualsiasi aspetto della vita. Non sopporto quelli che cercano di porsi come esperti di argomenti dei quali non sanno nulla, giusto perchè fa figo o perchè ci ricavano sopra qualcosa.
Esempi? Come tralasciare la nostra cara, vecchia (soprattutto) classe politica… I vecchi, i nuovi… non ce n’è uno decente in mezzo. Berlusconi che si ritiene perseguitato come un Ebreo durante il Nazismo, convinto di essere l’intoccabile Mascotte d’Italia; il vecchio.
Il “nuovo”… forse anche peggio. Grillo… il Re degli ipocriti, la dimostrazione vivente che esiste purtroppo un popolo di rincoglioniti pronti a pendere dalle sue labbra ad ogni fesseria che fuoriesce come una scoreggia maleodorante dalla sua bocca.
Gente pronta a volere un “Parlamento pulito” a suon di “Vaffa” e capitanati da un omicida. Un tale che si rivolge con disprezzo verso qualsiasi avversario politico, un pregiudicato che per spregio dà del pregiudicato ad un altro pregiudicato.
Uno che vomita insulti ogni volta che apre bocca o che mette mano (se davvero di lui si tratta) al suo blog, e che poi pretende rispetto. Si commenta da solo.
Non che gli altri partiti o movimenti mi stiano particolarmente simpatici. Ma sinceramente, NON puoi proporti come il salvatore dell’Italia, il moralizzatore del mondo politico, cavaliere senza macchie e senza paure, in questo modo. Non puoi, non sei credibile.
Ma alla gente piace, le persone hanno un brivido di eccitazione, quando viene detto loro che siamo in un regime, che siamo prossimi alla guerra civile, che siamo in pieno colpo di stato.
Alla gente piace potersi ritenere “eroi”, meglio ancora senza pressochè far niente, finchè ci si sentirà degli eroi a condividere post su FaceBook e urlare dei gran “Vaffa” agli avversari, perchè no?
Perchè non dare il proprio sostegno a chi promette lotte contro i massoni illuminati, contro le banche, contro i governi militari che ci spruzzano di nonsisabenechecosa con le scie chimiche, a chi ci può far sentire come i salvatori del mondo?
Evidentemente fermarsi a pensare alla mole di idiozie che ci vengono propinate ogni giorno da questi figuri è molto più faticoso che cliccare un “condividi” e scrivere un “al complotto!”.
Sempre a proposito di complotti, di figuri che si ergono a paladini della GGENTE, non sopporto quelli che “la mia opinione conta come la tua”. Questo (http://verbasequentur.wordpress.com/2013/11/09/tutti-dottori-post-ad-altissimo-contenuto-di-turpiloquio/) articolo spiega in parole molto più comprensibili e meglio scritte delle mie, esattamente come la penso.
Leggetevelo, perchè è veramente interessante.
L’ostinatezza della gente è comunque mostruosa, puoi spiegare a un complottista delle “scie chimiche” in mille modi come non sia possibile/fattibile una scemenza del genere, e continueranno a trovare milleuno modi (tristissimi e al limite del ridicolo, sempre i soliti) per darti contro, perchè “nessuno ce lo dice!!! presto leggi prima che censurino questo post!!Me l’haddetto miocuggino!!”.
Dunque, uno scaricatore di melanzane con la terza media che cerca di dimostrare come non sia possibile che a quella quota si formino scie di condensazione, perchè “l’ha letto su internet”…insomma, *pat pat* sulla spalla e “si è vero hai ragione”.
Questo si ricollega al concetto di prima: è bello crederci i salvatori del mondo, gli eletti, stando dietro a un computer, avendo studiato Scienze delle caccole e riempirsi la bocca di paroloni tecnici che nemmeno si capiscono (e che talvolta nemmeno esistono).
Quindi, chi non sopporto? I millemila Paladini dellaggente che si pongono come salvatori del mondo, o i millemilioni di ggente che sbrodolano su tutto ciò che farneticano i primi? Tutteddue.
Non sopporto i finti depressi, quelli che ogni cosa, ogni giorno, ogni momento è buono per prendersela con la propria vita, non sopporto i/le tredicenni che si lamentano della loro vita vissuta e decantata come un susseguirsi di lutti e tragicità, non sopporto quelli che ogni giorno si lamentano di non avere una ragazza, non sopporto, NON sopporto, NON SOPPORTO quelli che “Ora sono un diavolo perchè una volta hanno tradito l’angelo che ero”. LOL.
Non sopporto i guidatori Astigiani. Non esiste una legge, non esiste una dimostrazione, non esistono parole per descrivere l’incapacità di portare un veicolo che hanno alcune persone. Esistono determinati punti, nella rete di strade in città, che hanno il mistico potere di far diventare completamente ritardato anche il più esperto pilota. Esistono rotonde alle quali ogni minima nozione sulla sicurezza, sul codice della strada, vengono dimenticate.
Ci sono incroci nei quali i neuroni delle persone vanno in tilt, attraversamenti sui quali la gente inizia a pensare che sia saggio superare a destra a tutta velocità le macchine che sono ferme per fare attravesare i pedoni. Esistono i giorni di mercato, esistono i giorni festivi, esistono le precipitazioni atmosferiche. E non vi venga in mente di uscir di casa durante un allineamento di questi tre fattori della morte.
Non sopporto quelli che pensano di essere più importanti di quanto non siano realmente. Quelli con un’autostima smodatamente elevata, quelli che si ostinano nel darti contro nonostante le smentite e le prove contrarie alle loro teorie…
Non mi considero una persona “stupida”, anzi. Sono ben cosciente di saper BENE interpretare le situazioni e capire le persone. Fa figo dire di non capire se stessi, io mi capisco. Alla perfezione. E capisco gli altri. Alla perfezione.
Ok forse “perfezione” è troppo, ma mi ritengo comunque piuttosto bravo a mettere insieme ciò che trovo e che interpreto, e a trarne le dovute conclusioni.
A volte le cose mi sembrano talmente ovvie e scontate che mi sembra impossibile che qualcuno abbia avuto la seria intenzione di nasconderle e mistificarle.
Non sopporto quindi, chiunque cerchi di prendermi per il culo in questo modo. Chi pensa che “heeeey perchè non teniamo il piede in due scarpe, tanto non se ne accorgerà mai”.
Odio chi nega l’evidenza dei fatti. Chi cerca di farti passare dalla parte del torto a tutti i costi, chi è riuscito a farti fare minchiate alle quali non avresti mai e poi mai pensato di fare.
Non sopporto me stesso quando scopro queste cose e continuo, nonostante tutto, a far finta di niente. A volte le persone sono talmente tanto convinte di ciò che fanno, che è un peccato cercare di parlarne. Sinceramente, what the fuck.
E non sopporto “l’altro”. Non sopporto come diavolo faccia/facciano a non accorgersi della situazione. A volte, per scherzare, faccio il “superiore”, con gli amici. Ma in certe situazioni mi viene davvero da pensare che tutti gli altri siano un branco di rincoglioniti col prosciutto davanti agli occhi.
Ovviamente queste ultime righe si riferiscono a situazioni vissute in prima persona.
Non sopporto l’essermi comportato, una volta e una sola, nella maniera esattamente contraria alla quale mi sono sempre comportato. Chiunque l’avrebbe fatto, e sono altrettanto convinto che chiunque l’avrebbe anche fatto più volte. Ma non mi ritengo “chiunque”, e nonostante siano passati già degli anni, continuo a non sopportarmi.
Non mi sopporto, giusto perchè siamo ancora in quell’argomento; non mi sopporto per non essere stato più “cattivo” per rispondere a tutto il male che mi è stato fatto passare, al nervoso, alle notti insonni, alle bugie, alle evidenze negate, all’ipocrisia. Non mi sopporto per essermi “solamente” arrabbiato.
Non sopporto i bimbiminkia che appestano questa città, non sopporto i tamarri che dan loro man forte, non sopporto i tredicenni casinari del cinema, quelli che “oh ma non sai chi sono!”
Non sopporto i Rom, e non sono razzista, ci mancherebbe, probabilmente hanno deciso di spedire i più fastidiosi qui ad Asti, non metto in dubbio che nelle altre città Italiane siano tutti educati e brave persone…ma no, non posso rimanere a pensare “beh è la loro cultura, fa niente” dopo essere stato minacciato di morte e quasi malmenato dopo aver detto “ragazzi lì non potete fumare”:
Non riesco a reggere i “Non sono un moralista MA…”. Bitches please.
Non sopporto la chiesa, la cei, non sopporto un branco di pagliacci con la gonna votati all’astinenza sessuale, parlare di aborto e contraccezione, non sopporto il papa che indica come i mali del mondo le coppie gay e i preservativi. Non sopporto chi tanto elogia questo nuovo papa per le sue “idee” progressiste. Idee che stanno rimanendo idee.
Quando questo tizio dirà chiaro e tondo davanti al mondo che non ci saranno più discriminazioni verso gli omosessuali, le donne, quando finanzierà una distribuzione di massa di condom in Africa, allora FORSE potrò iniziare a rivedere la mia posizione.
Ma NON cambierò idea fino a quando qualcosa di veramente concreto non verrà fatto. E’ inutile avere la faccia da simpaticone, e fare l’amante dei giovani da una parte, e dall’altra continuar a demonizzare le ricerche, le scoperte, la vita privata delle persone che non hanno le tue stesse idee, e farsi foto da cartolina sorridenti stringendo la mano a sanguinosi dittatori.
Non sopporto gli animalari da quattro soldi, quelli che fanno irruzione negli allevamenti di Visone americano (o altri alloctoni) e “liberano” nei boschi Italiani centinaia, migliaia di queste creature, in nome della “Natura”. Quelli che si stracciano le vesti per lo scoiattolo grigio, per la nutria, per qualsiasi altro fottutissimo alloctono che gira nei boschi d’Italia, modificando gli equilibri e minando la biodiversità di un ambiente unico al mondo.
Però hanno dei musini carini.
E probabilmente non sopporto me stesso per un sacco di altri motivi…uno fra tutti l’aver scritto un sacco di cose senza il minimo criterio di rileggerle, presumibilmente piene di errori grossolani.
Forse però, trattandosi di una specie di sfogo, meglio così. Se dovevo far uscire tutto lo schifo che avevo dentro…beh non avrebbe avuto molto senso stare lì a correggere più di tanto.
Fottetevi tutti quanti. ;^)

Cosa (non) ho capito

domanda

Ho avuto modo di riflettere, pensare e rimuginare, nelle ultime settimane.
Elucubrazioni che non seguono un filo del tutto logico, pensieri casuali entrati con forza attraverso il vento invernale nella mia testa, fracassando il castello delle mie convinzioni, fragile e pericolosamente instabile.
A parte quelle di domenica e lunedì, sono state notte illuminanti e illuminate, dalle stelle e dalle riletture di alcune cose, da mezzi sorrisi inconsapevoli, stelle cadenti e costellazioni, tremolanti attraverso l’atmosfera come i miei occhi un po’ troppo affamati di sonno.
Forse queste ultime serate mi hanno fatto capire qualcosa, e questo qualcosa è, probabilmente, il non aver capito nulla.
Ho però capito di essere forse leggermente più rilassato, di vedere le cose con un minimo di distacco in più.
Ho però capito che certi sogni non vanno dimenticati, per assurdi che siano, che se un pensiero inizia a diventare davvero così fisso nella mente, è sicuramente qualcosa di importante.
Ho però capito di essere innamorato di un’illusione, talmente piena, e viva, che sarebbe veramente brutto arrendersi proprio ora.

Metodi efficaci per l’alleggerimento del cervello (Tagli parte I)

palloncini

Con un peso così incombente,
un disagio assai pressante
Ho deciso di regalarmi
una facile uscita dai problemi.
Bastava molto poco,
qualche spicciolo d’iniziativa
per capire quanto fosse facile
alleggerire la mia testa.
“Come al solito” la parola d’ordine,
e ci pensò il barbiere,
a togliere un po’ di peso
da sopra al mio cervello in corto circuito.

Pensieri alla finestra (la verità è che…) (secondo post ammappacchionante, ma più serio del primo)

stitch

Non ho avuto molta fantasia, di recente.
Voglio dire, l’ispirazione c’è sempre, c’è sempre stata e anzi, ammetto che forse ce n’è anche più del solito, ma riuscire a dare una sistemata a tutti i pensieri “ispirati” è tutto un altro affare.
Questo sarà un altro articolo ammappacchionante, o almeno credo. Non mi sono preparato nessuna bozza prima di mettermi a scrivere e sto improvvisando, cosa che di solito non faccio…spero solo di non dovermi dilungare troppo (è quasi ora di pranzo e detesto lasciare le cose a metà e riprenderle dopo una pausa, e si, vale anche per il cibo.).

A ben pensarci, come ho potuto notare in molti dei miei ultimi discorsi (seri e non), negli ultimi tempi ho fatto un sacco di cose che di solito invece non faccio, tante volte mi è capitato di dire “normalmente no, ma oggi…” e non riesco a decidermi se tutto ciò sia il sintomo di qualche cambiamento in corso, il normale esternarsi del mio carattere, o una nuova allucinante crisi d’identità.
La verità è che…non lo so.
Mi piace “La verità è che…”, è una di quelle frasi che calzano bene in qualsiasi discorso, da’ un tono ai pensieri e li fa sembrare molto più interessanti di quanto non siano veramente.
(Sarà anche che ultimamente ho riscoperto l’album dei Theory Of A DeadmanThe Truth is…“…).
Testa incasinata, dunque, nulla di nuovo.
Nel corso degli anni ho trovato diversi rimedi a queste situazioni: passeggiate, musica, disegno, sonno, cibo.
Non sempre però, ho voglia di passeggiare, spesso l’emicrania mi assale, tendo a perdere ogni volta le matite e…beh dovrei dare un taglio anche al cibo da stress.

Ho una finestra, in camera, o meglio, una sola dalla quale è possibile guardare fuori, è occupata da un paio di anni dal telescopio, la vista con in primo piano la fabbrica dietro casa non è un granchè, ma è sempre meglio che niente.
Mi piace, la mia finestra, ha una bella vista sulla Luna quando sorge sulla città, si vedono bene le colline, e quando la Luna non c’è, si riescono a vedere un bel po’ di stelle.
Ho iniziato a guardare dalla finestra la notte un paio di anni fa, d’estate.
Come al solito non riuscivo a dormire, ero preoccupato per tante cose, mi dispiaceva aver litigato con alcune persone, avevo molti dubbi e sospetti che si rincorrevano in testa, e aspettavo un aereo.
Non dovevo prenderlo io, l’aereo, doveva atterrare in nottata, molto lontano da qui, e sapevo già che dal momento in cui sarebbe atterrato, sarebbero cambiate tante cose.
In effetti sono cambiate, ma questa è un’altra storia.
Il punto è che ho passato le mie nottate a contare gli aerei che passavano, tra una stella cadente e l’altra, al di sopra delle nuvole.
La verità è che guardare fuori dalla mia finestra, fa emergere tante verità.

La verità è che guardare il cielo mi rilassa, e se il cielo è riuscito a rilassarmi in quell’occasione, riuscirà a rilassarmi in qualsiasi altra occasione.
La verità è che anche se non ho niente di cui preoccuparmi, mi piace aprire la finestra e guardare fuori.
E guardando fuori, vengono alla luce molti dubbi e preoccupazioni che, inconsapevolmente, avevo deciso di nascondere durante le giornate.
E la verità è che questo è un bene.
Non mi piace mettere da parte questi pensieri, queste idee, non mi piace abbandonare i miei problemi, che siano “gravi” o meno, senza aver provato minimamente a risolverli.
Credo che non piacerebbe a nessuno.
La verità è che tutto questo, comunque, non serve a risolvere i problemi, serve a riscoprirli, e a dar loro una forma più definita, serve a ricollegarli a problemi passati, a far riemergere le varie soluzioni adottate ai loro tempi.
Anche le mie passeggiate hanno questo effetto, ma la finestra è molto più comoda durante gli ahimè sempre più frequenti attacchi di pigrizia.

La verità è che sono uno che si fa prendere facilmente dallo sconforto delle cattive notizie, ma che comunque sa riprendersi quasi in fretta.
La verità è che sono uno che è di norma ottimista e allegro, che sa prendersi in giro (forse troppo) in qualunque situazione, che si prende sul serio quando fa lo scemo, e che forse dovrebbe farlo anche quando la situazione è meno “scema”.
La verità è che ora avrei un mese, o almeno qualche settimana, di pensieri accumulati da esternare, di discorsi preparati e dimenticati, di disegni da regalare ai miei fogli, di parole che dovrebbero essere portate sempre dietro con se, e che invece rimangono intrappolate nel solito, stracolmo, cassetto dei sogni.
La verità è che se il mondo non va nella direzione giusta, bisogna prendere quella sbagliata. (Nel senso buono della cosa.).
La verità è che molte di queste parole non riescono proprio a uscire al momento giusto, e la verità è che ho deciso di tornare alle origini: scriverle.
A mano, intendo. Mi è sempre piaciuto scrivere lettere, e credo che un ritorno all’inchiostro di una penna abbia un non so che di romantico.

La verità è che ho paura che passi troppo tempo, ma la verità è anche che sono ottimista, sempre e comunque, e non sprecherò la prossima prima occasione per colpa di qualche stupida paranoia rimasta troppo nascosta e non uscita completamente dalla finestra delle mie paure.
“He’s Just Not That into You” dice il titolo di uno dei pochi film romanticoni che abbia apprezzato. La verità è che non gli piaci abbastanza. La verità è che questa frase è troppo lontana dalla verità, piace. Tanto.
La verità è che non mi piace abbastanza come mi comporto (o meglio, come NON mi comporto) in molte occasioni, ma la verità è che ho ancora qualche tempo per dare una sistemata alle parole e ai pensieri, per dire “Ok, ora lo si fa. Quello che deve essere, sarà.”.

La verità è che se non avessi tanti casini per la testa, se non avessi problemi, se tutto andasse al meglio delle cose, forse il guardare dalla finestra, il fissare le stelle tutta la notte, perderebbe molto del senso che ora ha, che gli ho dato,  e la verità è che forse sarebbe un vero peccato.

Incontri a caso di gente a caso in un mondo a caso

snob11

Succede talvolta di fare incontri bizzarri, grotteschi, gente giusta al posto sbagliato, gente sbagliata al posto giusto, per fare un po’ il filosofo direi “gente sbagliata al posto sbagliato”, ma sono convinto che sarebbe corretto dire “gente giusta al posto giusto al momento giusto”.
Si perchè DEVE accadere tutta una serie di casuali eventi, per far apprezzare al meglio questi rapidi scambi di battute con certi individui: bisogna senza dubbio incontrarli, serve l’umore giusto (o sbagliato), è necessario il giusto tempo da prendersi per gustarsi appieno tutte le sfumature che l’aura di queste persone ha da offrire al mondo e all’intelletto di chi ha la sfortuna di incontrarle.
Penso poi di essere una persona particolarmente fortunata, sfortunata, o più probabilmente vittima di un malocchio astrale di qualche tipo, per cui tendo ad avvicinarmi (in modo inconsapevole, sia chiaro) a persone di cui si può benissimo fare a meno.
Il buon Michele dice: “dovremmo spedirli tutti in un’ isola, in modo che non facciano più danni stando nella civiltà”. Nonostante questa affermazione mi trovi fondamentalmente d’accordo, devo tuttavia asserire che forse incontrare alcuni di questi individui, possa farci soffermare nel pensare che in fondo, nonostante possiamo sentirci abbattuti, non ci piacciamo e altre paranoie teenageariane (si potrà dire?) simili, c’è sicuramente chi sta messo peggio.
Potrei scrivere per giorni, elencando tutte le tipologie di persone “meritevoli” di rientrare nella categoria di “gente più fastidiosa”, a partire dai politici, gerarchie ecclesiastiche, personaggi televisivi e non, ma basta aprire una qualsiasi pagina di un qualsiasi giornale per rendersene subito conto. E’ molto più educativo, invece, descrivere gli incontri con persone molto più a portata di mano, persone che sai che prima o poi ti capiterà di incontrare, persone che prima o poi SPERI di incontrare, per le quali ti sei già preparato un sacco di discorsi allo specchio (Ehi, stai parlando con me?).

Non menzionerò i folcloristici guidatori astigiani, di cui ho già parlato tempo fa, e sui quali potrei scrivere un libro…
Posso iniziare con la simpatica signora di oggi pomeriggio, una 50ina d’anni passati per al maggior parte probabilmente a cercare di dimostrarne di meno, lampadata, capelli neri lunghi e piastrati, trucco più che abbondante, pellicciona nera coordinata con il grazioso cappellino anch’esso di pelliccia e con due piumette sfilacciate che gli svettavano sopra, gonna e stivali neri. La signora in questione era affaccendata nelle compere tra gli scaffali dell’Esselunga, nel corridoio dell’ingresso, già stretto di per se stesso, con casse e esposizioni anche nel mezzo, perciò diviso in due “corsie”. Una di queste “corsie” era già occupata dal carrello di un dipendente Esselunga, che stava sistemando pacchi di frutta sugli scaffali, l’altra, quella “libera” era occupata dal carrello della suddetta signora, completamente in mezzo. Non mi piace mettere mano alla roba degli altri, quindi ho chiesto, gentilmente “permesso?”. La signora, con molta calma, mi ha dato una prima occhiata, poi, con tono altezzoso e decisamente scocciato: “Un attimo! Non vede che sto prendendo delle cose dallo scaffale???”, senza minimamente curarsi di spostare di lato il carrello con una mano per facilitare il passaggio mio e degli altri. Ho ovviamente provveduto io a smuoverlo, provocando le ire della signora (completamente ignorate e alle quali ho risposto semplicemente “non si affanni, continui a cercare la sua roba sullo scaffale”).

I miei “preferiti” (e penso anche di altri) sono i religiosi.
Non ho detto subito “Testimoni di Geova” perchè sembrerei prevenuto su queste persone, ma per fortuna (o purtroppo) sono gli unici in cui mi sia mai imbattuto, e anzi mi stanno anche più simpatici di esponenti di altre religioni o sette ben più radicate nel mondo. Se si esclude un secco “dovreste ficcarvelo nel” a un inopportuno e oltremodo volgare e intollerante (a domanda volgare, risposta volgare)militante della Lega che mi aveva fermato qualche anno fa, a proposito dei crocefissi nelle scuole, in una giornata particolarmente no per me, gli unici “religiosi” (il leghista non era religioso, ad ogni modo, era solo un cretino) con cui ho avuto a che fare sono appunto, i Testimoni di Geova.
Tanti gli incontri, tante le risposte, da quella volta in cui, dopo aver risposto al citofono con “scendo subito”, mi sono presentato con il fucile in mano (aria compressa, scarico, stavo sparando in giardino contro un materasso e, in realtà, non avevo neanche pensato di posarlo) con un solare “buongiorno ditemi” con tanto di sorriso malefico stampato in faccia, alla volta in cui alla domanda “Dove vanno i morti?” risposi “se tornate indietro e fate 500 metri c’è il cimitero, chiedetelo al custode“, o ancora a quella in cui appena sentito il mio “Mi spiace ma sono ateo” le due candide signore risposero “ma almeno ci crede nel “padre nostro”?”.
A questi vanno aggiunti innumerevoli altri discorsi fatti di supercazzole e fraintendimenti forzati. Hanno smesso di suonare al nostro citofono.
Non ho particolari pregiudizi sui Testimoi di Geova, sono ateo e penso che chiunque sia libero di credere a quello che più gli aggrada: Babbo Natale, Sauron, Il Flying Spaghetti Monster, L’invisibile Unicorno Rosa, Dio, La Fata Turchina…quello che non sopporto è la supponenza e l’arroganza di certi esponenti di certe religioni, pronti a entrare in qualsiasi ambito della vita delle persone, a dettar leggi e a dirci di aver paura di quello che loro vogliono che abbiamo paura. Sentirmi dire da un pagliaccio in gonnella che ha scelto una vita di castità, come vivere la mia vita sessuale è come andare a lezioni di pianoforte da un granchio paralizzato al cervello. E mi fermo qua perchè potrei diventare davvero cattivo.
Ma forse la scena migliore è stata quando, per strada e in attesa di incontrarmi con la di allora fidanzata, le solite candide signore mi si avvicinano dicendomi “Buongiorno, possiamo lasciarle questi fogli? Se segue i nostri consigli e quello che è scritto, può essere felice”. “Ma io sono già felice” fu la mia risposta. Mi sarei aspettato un “Ah bene arrivederci allora”, mentre le due candide signore, indispettite, risposero “Ma come è possibile, tutti dicono che c’è la crisi, che le cose vanno male…” al che, di fretta, io: “Mi sa che i vostri fogli non servono a un granchè allora! Buona giornata!”.

I ragazzi delle comunità, o chi si spaccia per essi…
“ho fretta” è la risposta migliore, ma quando riescono ad arrivare a stringerti la mano è la fine, ti stanno addosso peggio di una fidanzata gelosa, una patella salaticcia appiccicata saldamente al suo scoglio.
“sono Paolo, hai qualcosa contro quelli che stanno in comunità?”
“ciao Paolo, vaffanculo, è la ventesima volta che mi fermi e ti ho già risposto diciannove volte che i miei soldi non te li do, non rinuncio a un caffè, non voglio vedere i tuoi disegni, guardami molto attentamente in faccia perchè se per sbaglio me lo chiedi un’altra volta nessuno riuscirà più a ricordare la tua.” Questo è quello che mi passa in mente ogniqualvolta il buon Paolo riesce ad intercettarmi fuori dalla stazione. Naturalmente ho ancora un pizzico di buon senso e devo limitarmi a rispondere “si, ho qualcosa contro di loro”, cercando di divincolarmi dalla sua stretta. “perchè?”…
“ho qualcosa contro di te. Perchè mi chiedi ancora il perchè quando ti ho dato una risposta. Non è colpa mia se sei finito in comunità, mi fa piacere che cerchi di chiudere un capitolo buio della tua vita, ma non vedo come questo possa avere a che fare con me. Avrei potuto pensarci se oggi come le altre volte non saresti stato così insistente, mi hai detto che avrei potuto rinunciare ai soldi di un caffè per darli a te. Hai perso 10 minuti a cercare di convincermi a darti 1 euro. Se al mio primo “no” avessi capito subito, a quest’ora avresti chiesto ad altre dieci persone, e forse qualcosa avresti anche guadagnato”
E’ poi stimolante per la mente quando, rispondendo con un “no” secco , ti chiedono “giornataccia? hai litigato con la ragazza?”. Ci si può sbizzarrire in tante di quelle risposte…”sono gay” “sto andando a suicidarmi” “mi hanno licenziato” “è morto il gatto”. La migliore che sono riuscito a dare è stata “no, con mio fratello” “ah! avete litigato di brutto eh?” “no, l’ho ammazzato, sto andando in questura a confessare”.

L’ultima persona di cui vorrei ancora parlare è la vecchiaccia del cimitero.
La odio con tutto il mio cuore, questa donna è al di là di ogni personificazione della vecchina simpatica e solare, è un orribile mostro occhialuto e ciccione, che probabilmente vive sulla panchina della fermata del bus davanti al cimitero di Asti.
In realtà le uniche cose che probabilmente sa dire sono: “sei davanti al cimitero devi farti il segno della croce!” o “porta rispetto ai morti, non si ascolta la musica/non si corre qui davanti!”
Non c’è molto da dire in realtà su di lei, cosa si potrebbe rispondere a una così? La cosa triste è che se appunto non le si risponde, la frase seguente è sempre “brutto maleducato porta rispetto!” (ricorda un po’ il Cartmaniano “rispetta la mia cazzo di autorità!”, ma senza tutto il carisma di Eric Cartman), percui la mia risposta è di solito una variante di “sono davanti al cimitero e lei dovrebbe farsi i fatti propri”, più o meno volgare a seconda del mio umore…

Incontrare queste persone potrà non risolvere la giornata (e anzi, potrebbe solo far aumentare il nervoso), ma come dicevo prima, se mi dovesse capitare in un momento particolarmente no, mi rallegrerebbe constatare un’altra volta, che io non sono poi così male.

La luce delle stranezze (rapida analisi dei guidatori Astigiani)

vecchio

Non so se io sia l’unico, a trovare sempre, e dico SEMPRE, un sacco di disagio, ogniqualvolta prenda la macchina per fare anche il più minimo spostamento.
Sarà poi che in questo buco di città, ogniqualvolta si presenti un giorno di mercato (mercoledì e sabato), neve, pioggia, vento, umidità, la sagra del sedano, una giornata troppo calda o una troppo fredda, ogni volta che le previsioni danno neve, ogni volta che qualche popolo estinto predice la fine del mondo, ogni fottuto giorno, la gente decida di buttare nel cesso le già poche nozioni di guida che ha accumulato nel corso della propria esistenza.
La “luce delle stranezze” è quella luce che andrebbe accesa quando per strada davanti a noi, capiti una qualsiasi situazione di disagio non spiegabile dall’umano intelletto, dalla macchina che transita ai 20/h su una strada completamente libera la domenica mattina, a quella che ti trovi parcheggiata perpendicolarmente alla direzione di marcia, in mezzo alla strada.
Disagi come questi indurrebbero ogni persona normale (si, in questo frangente mi considero “normale”) a estrarre il proprio prontuario di santi e sante del giorno, per dar sfogo alla più blasfema delle invettive.
E’ proprio qui che interviene la nostra luce, secondo il suo spettabile ideatore, il mio amico Dario, dovrebbe fungere da antistress e placare gli istinti omicidi partoriti a nastro dalla nostra testa.
Non credo che basterebbero tutti i Gb di memoria di cui dispone WordPress, per elencare una a una, le tipologie di disagiati che affollano le nostre inadeguate vie, ma proverò a stilare un breve elenco delle più temute.

  • IL VECCHIO COL CAPPELLONon ha bisogno di presentazioni, il vecchio col cappello è IL disagio. Tipicamente seduto alla guida di una Panda Fire verde, predilige copricapi scuri, occhiali a fondo di bottiglia e cappotti pesanti. Il vecchio col cappello è sempre orgoglioso di scendere in strada, specie la domenica mattina, per andare a messa, facendosi accompagnare talvolta dalla propria sdentata consorte. Caratteristica principale della guida del vecchio col cappello è il guidare in centro alla carreggiata, quasi a cavallo delle due corsie. Sedile tirato completamente in avanti verso il volante e con il viso proiettato in avanti, a tendere i muscoli facciali in una specie di smorfia simile a un sorriso beffardo, il vecchio col cappello non crede in velocità che possano superare 25 km/h, lanciato in vie sgombre alle 9 del mattino di un qualsiasi giorno festivo. Il parcheggio del vecchio col cappello può essere un processo lungo, dalle 5 alle 10 manovre, a seconda di età, sesso, decimi di vista persi, importanza della messa alla quale ha intenzione di partecipare.
  • IL FIGLIO DEL GENERALE CUSTER: Quello che le frecce le lascia agli Indiani. Si tratta normalmente di individui sia neopatentati, sia più cresciuti, fino alla soglia dei 60 anni, dopo la quale, preso dai rimorsi, inizierà ad abusare delle frecce, lasciandole perennemente attivate, prima di tramutarsi in vecchio col cappello. Guidano ogni sorta di veicolo, con una tendenza a autovetture di nuova fattura, spesso molto curate. Una nuova teoria al vaglio degli esperti, è che probabilmente queste persone non vertano in condizioni economiche agiate, motivo per il quale decidano di risparmiare acquistando veicoli sprovvisti di indicatori di direzione: meno luci, meno spesa.
  • IL FIGLIO DI TORO SEDUTO: Quello che le frecce le ha, e ne fa bella mostra. Acerrimo nemico del figlio del Generale Custer, per il quale prova odio e sdegno, è un arciere provetto: frecce sempre azionate, in città come in autostrada. Solitamente si tratta di individui che abbiano passato i 55-60 anni di età, ma non sono comunque pochi, i neopatentati che si dimostrano dei figli di Toro Seduto; si nota nella loro popolazione, una forte percentuale di individui di sesso femminile, di ogni età. Si pensa che si tratti di persone invischiate in qualche affare losco, e che per questo tentino con il loro costante lampeggiare, di confondere chiunque possa trovarglisi dietro.
  • IL SOMMO LUMINESCENTE: Costui ha visto la luce, e la sua immensa saggezza gli suggerisce che anche TU debba vederla. Per questo motivo il nostro Sommo Luminescente viaggia in qualsiasi momento, su qualsiasi strada, con gli abbaglianti accesi, o con i fari completamente alzati. Una grande percentuale di Sommi Luminescenti (specialmente quelli che viaggiano nella corsia a fianco, venendo verso di noi) guida macchine grandi e lussuose, che possono permettersi di montare direttamente la luce della Lanterna di Genova al posto dei fanali.
  • IL TESTA QUADRA: Il Testa Quadra, pensa quadrato. E in una città con più rotonde che semafori forse non è il massimo. In realtà esistono diverse sottospecie di Testa Quadra, è impressionante e disarmante l’infinità di modi per incasinare il traffico in una rotonda, è qualcosa che ha del paranormale. C’è da dire, comunque, che alcune rotonde sono più soggette alle incursioni dei Testa Quadra di altre, specialmente nella zona Nord e Nord-Ovest della città, la percentuale di presenza di guidatori simili è più alta rispetto al resto della città. Il comportamento più tipico è il semplice non dare precedenza a chi spetta, comportamento accentuato dai più giovani da un sorrisetto di sfida lanciato verso il povero guidatore che ha appena inchiodato per evitare una catastrofe. Ci sono poi i timidi, quelli che non si osano fare il primo passo, e perciò restano fermi fino a quando la successiva macchina con precedenza non sia ad almeno 100 metri, prima di tentare un fiacco tentativo di entrare. Una sotto-categoria dei timidi è sicuramente quella dei Pieni di Rimorso, i quali, una volta entrati nella rotonda, pensano bene di non aver fatto una scelta in linea con la propria condotta morale, e restano lì, fermi a fare passare la macchina che, ormai essendo a meno di 100 metri, non trovano giusto non far passare per prima. E’ stato comunque riscontrato che questa tipologia di Testa Quadra, può talvolta uscire dal proprio habitat e può farsi osservare in comuni incroci, specie quelli dopo i sottopassaggi della ferrovia.
  • L’UBRIACO: Tipologia di guidatore che può trarre in inganno: in effetti egli NON è realmente ubriaco, ma probabilmente i fumi di scarico della propria auto riescono a riempire l’abitacolo causando gravi squilibri psico-fisici, generando uno stile di guida “aiuto-ho-un-gatto-famelico-nelle-mutande”.Di norma la vettura, in un tratto standard di strada a due corsie e due sensi di marcia, rettilineo e di lunghezza 300 metri, attraverserà la linea che separa le corsie un numero pari di volte, equivalente ai minuti di ritardo che vi ha fatto accumulare nel frattempo, al quadrato. Non è ovviamente possibile effettuare un sorpasso a carico di un Ubriaco, a causa dei repentini cambi di corsia di quest’ultimo. Tipicamente questa tipologia di guidatore è seduta sui sedili di PickUp, Fuoristrada e Camion di tutte le dimensioni.

Ovviamente non ci sono solamente questi, ma nelle mie (dis)avventure, mi è capitato di incontrare principalmente loro. L’inverno è sicuramente la stagione più indicata per osservarli in tutta la loro maestosità, le condizioni climatiche “avverse” favoriscono il riprodursi e il fiorire di questi individui, e una buona “luce delle stranezze” è forse quanto di più indicato per salvaguardarsi dal girone infernale dedicato ai bestemmiatori.